LETTERA "M"
Glossario Sanscrito Fondamentale Enciclopedico
M: terza lettera dell’Omkara, simbolo dello stato di sonno profondo (cfr. Mandukya Upanishad, XI).
Madhava: lett. 'primavera'. Appellativo di Krishna.
Madhavendra Puri: celebrato maestro spirituale vaishnava. Puri è uno dei dieci titoli per sannyasin che Shankara riprende da Adhivishnusvami, il quale ne aveva elencati ben 108.
Madhva o Madhvacarya: celebre acarya del XII secolo d.C., fondatore del Vedanta dualistico (Dvaitavedanta), l’impianto teoretico che afferma una netta distinzione tra l’Essere supremo (Ishvara) e l’essere individuale (jiva).
Maha: grande.
Mahabharata: celebre epopea dell'India antica, insieme al Ramayana, la più vasta mai scritta dal genere umano, suddiviso in 18 libri, costituita da oltre centomila strofe in sanscrito classico, raccoglie fiabe e leggende, sterminato campionario di personalità divine e umane, poema enciclopedico in cui trovano espressione i valori spirituali, etici e sociali della civiltà indovedica. Detto anche "il quinto Veda", il Mahabharata viene tradizionalmente attribuito al grande saggio Krishna Dvaipayana Vedavyasa. In realtà redatto da vari autori, tra il V e il III secolo a.C.
Mahajana: grandi autorità spirituali; nella tradizione puranica sono i dodici grandi ‘padri della religione’.
Mahakalpa: periodo cosmico equivalente alla vita di Brahma.
Mahamantra: secondo la scuola di Caitanya, il più importante dei mantra. Esso si compone di tre Nomi divini: Hara, Krishna e Rama, che indicano rispettivamente l'energia spirituale del Signore, il Suo fascino e la Sua beatitudine. Nel Mahamantra questi tre Nomi sono declinati al caso vocativo, ad esprimere lo spirito d'invocazione con cui dovrebbero essere pronunciati.
Mahapancabhuta: rispettivamente bhumih (terra), apah (acqua), analah (fuoco), vayuh (vento) e kham (etere). Secondo la Gita, questi elementi, assieme a manas (mente), buddhih (intelletto) e ahankara (percezione distorta del Sé), fanno parte della natura inferiore (apara Prakrti) di Dio (cfr. Bhagavad-gita VII.4-5).
Mahapralaya: lett. 'la grande dissoluzione'; la fine del mondo a cui seguirà un nuovo ciclo di vite.
Mahapurana: le diciotto ‘grandi antiche recitazioni’, denominate: Bhagavata, Padma, Vishnu, Narada, Garuda, Varaha (che formano il ciclo dedicato a Vishnu e sono note come sattvika Purana, lett. ‘i Purana per chi è influenzato dalla bontà’); Brahma (tramandato anche con i nomi Adi e Saura), Brahmanda, Brahmavaivarta, Markandeya, Bhavishya, Vamana (che formano il ciclo dedicato a Brahma e sono note come rajasa Purana, lett. ‘i Purana per chi è influenzato dal desiderio’); Shiva, Agni, Linga, Skanda, Matsya e Kurma (che formano il ciclo dedicato a Shiva e sono note come tamasa Purana, lett. ‘i Purana per chi è influenzato dalla passività’). La distinzione tra Maha-purana
(Purana maggiori o primari) e Upa-purana (Purana minori o secondari) appartiene alla tradizione letteraria più arcaica. Liste dei cosiddetti Upa-purana si trovano nei Purana stessi, principalmente nel Garuda e nel Kurma Purana, i quali menzionano tra gli altri il Sanatkumara, il Narasimha, il Naradiya e il Kapila Purana.
Mahapurusha: grande anima. Si usa per le incarnazioni e a volte anche per i grandi maestri e sapienti.
Mahat: colui che è grande.
Mahatattva: per la filosofia Samhya principio grande di coscienza evolutiva che viene da Prakriti.
Mahavira: lett. ‘grande eroe’. Epiteto di Vardhamana, grande maestro e riordinatore della corrente Jaina, contemporaneo del Buddha.
Mahayana: ‘grande veicolo’. Nome di una delle due grandi correnti del Buddhismo, insieme alla Ninayana (Piccolo veicolo). Suo ideale è la condizione del Bodhisattva, il conseguimento dell’illuminazione al fine di portare sollievo a tutti gli esseri.
Maha-yuga: ‘grande evo cosmico’ costituito dal ciclo di quattro stagioni cosmiche (yuga): satya, treta, dvapara e kali, rispettivamente della durata di 4800, 3600, 2400 e 1200 “anni divini”, ciascuno dei quali corrisponde nella cronologia puranica a 360 anni umani. Ogni mahayuga dura pertanto 4.320.000 anni.
Manas: ragionare o deliberare con la mente.
Manasa-tirtha: ‘luoghi santi della mente’. Immagini simbolo utilizzate dai testi tradizionali per indicare le virtù (yama e niyama) verso le quali il devoto deve recarsi, come in un pellegrinaggio interiore.
Manavadharmashastra: conosciuto anche come Manu-smrti o Manu-samhita, antico trattato di leggi.
Mandara: monte celeste di cui deva e asura si servirono per frullare l’oceano di latte.
Mandukya-karika (o Gaudapadakarika): Commentario in versi (karika) della Mandukya Upanishad in cui l’autore, Gaudapada, espone la ‘dottrina della non-generazione’ (ajativada) e quella dello ‘Yoga del non-sostegno’ o Yoga puramente metafisico (asparshayoga).
Mandukya Upanishad: il ‘segreto insegnamento del saggio [oppure della Scuola] Mandukya’ costituisce la base teoretica dell’Advaita Vedanta e una delle fonti principali della psicologia indovedica. L’opera contiene la famosa dottrina dei quattro stati di coscienza: veglia, sogno, sonno profondo e il cosiddetto ‘quarto stato’ (turiya), che corrisponde alla realtà.
Manipura: lett. 'la citta dei gioielli'; terzo chakra. Si trova in corrispondenza dell'ombelico.
Mantra: lett. 'strumento di pensiero'; formula, o parola sacra di preghiera o di meditazione atta all’ottenimeto e alla stabilizzazione di stati superiori di consapevolezza, attraverso cui si raggiunge la perfezione o realizzazione del Sé. Verso mistico, inno vedico, vibrazione sonora spirituale, idea. Una sezione dei Veda.
Manu: progenitori dell’umanità.
Marga: via, sentiero, metodo.
Margiara: lett. 'gatto'.
Martyaloka: lett. ‘pianeta della morte’. Tale nome si riferisce ai pianeti terrestri sui quali la vita è molto breve.
Marut: i deva del vento e della tempesta.
Mathura: luogo di nascita di Krishna e capitale del regno Surasena, dove tiranneggiava il demoniaco Kamsa, sorge sulle rive della Yamuna (odierno Uttar Pradesh). Secondo la letteratura puranica è una delle sette città sante che possono conferire la liberazione (cfr. Muktiksetra).
Matri: lett. 'madre'.
Matsya-purana: lett. 'l'antica storia sacra di Matsya [Vishnu nella forma di Pesce]'. Uno dei diciotto Mahapurana.
Maurya (dinastia): dinastia costituitasi nel 321 a.C. ad opera di Candragupta Maurya, che rovesciò il governo Magadha dando origine ad un grande impero indiano, famoso per operazioni militari e illustre per eventi culturali. A Candragupta successe, nel 297 a.C., il figlio Bindusara detto amitrakhada, ‘lo sterminatore di nemici’, quindi, nel 274 a.C., Ashoka, che diede un impulso poderoso alla diffusione del Buddhismo nel suo vasto impero. La dinastia Maurya si estinse nel 185 a.C. con l'uccisione di Brihadratha.
Maya: il termine, che letteralmente significa 'non questo', indica il carattere illusorio e temporaneo della natura materiale di Brahma, il potere che vela e che proietta. Apparenza irreale della natura. Velo di fenomeni che nasconde l'Assoluto. Esiste solo come apparente sogno.
Mayapur: luogo di nascita di Caitanya Mahaprabhu; è situato nel Bengala occidentale, ad est di Calcutta.
Mayavada: scuola che descrive il mondo fenomenico ed ogni sua manifestazione come irreali (mithhya) ed illusori (maya).
Meru: montagna sacra.
Mimamsa e Vedanta: entrambe le scuole tradizionali della Filosofia (Mimamsa) e della Teologia (Vedanta) sono denominate Mimamsa, che significa 'considerazione', 'riflessione profonda' e più specificamente in questi due Darshana 'riflessione profonda sui Veda'. La prima si chiama Purva (antica) o Karmamimamsa (riflessione profonda sull'azione rituale), ed è tradizionalmente conosciuta come Mimamsa; la seconda è detta invece Uttara-mimamsa o Vedanta (la verità conclusiva [sulla speculazione] dei Veda).
Moksha: ‘liberazione’ dal Samsara e dai legami creati dall’azione. Unità con il divino. Spesso hanno lo stesso significato di nirvana. Il fine della vita umana, cfr. purushartha.
Mokshada: lett. ‘che dà la liberazione’. Può riferirsi ad un luogo sacro (cfr. Muktikshetra) od anche al sacro giorno di Ekadashi.
Mudra: comunicazione gestuale, non sonora, ma componente anch’essa essenziale dell’atto ritualistico.
Mukta: chi ha raggiunto la mukti.
Mukthi: rinascita o liberazione dal Samsara. cfr. moksha.
Muktikshetra: lett. ‘terra di liberazione’ o luogo sacro che conferisce la liberazione. Il termine si riferisce specificamente alle sette città sacre che, secondo la letteratura puranica (cfr. Narada Purana I, 27, 35; Skanda Purana IV, 6, 68 e 23,7; Brahmanda Purana IV, 41, 91 e Garuda Purana II, 28, 3), concedono la liberazione dal Samsara.
Muladhara: il primo chakra situato in fondo alla spina dorsale in cui è arrotolata Kundalini.
Mundaka Upanishad: il ‘segreto insegnamento dei [saggi] rasati’ è considerato la più poetica delle Upanishad, dove, oltre alla trattazione di temi tipicamente upanishadici, troviamo la caratteristica ripartizione della conoscenza in paravidya (quella superiore, relativa al Brahman) e aparavidya (quella inferiore, relativa al mondo materiale). Il nome dell’opera vuole enfatizzare la via della rinuncia (caratteristica dei rinuncianti, i sannyasin, è infatti la testa rasata), superiore a quella del sacrificio e dell’azione virtuosa: solo attraverso la rinuncia è possibile ottenere la conoscenza suprema del Brahman e ‘radere’ o liberarsi dall’errore e dall’ignoranza.
Murti: lett. ‘immagine divina’. Nella tradizione vaishnava con questo termine ci si riferisce alla Divinità di Vishnu-Krishna o dei Suoi avatara, Cui viene reso culto nel tempio. E’ nota anche con il nome di arca-vigraha, letteralmente ‘forma da adorare’, da arcana, ‘adorazione’ e vigraha, ‘forma’.