LETTERA "D"
Glossario Sanscrito Fondamentale Enciclopedico
Daitya: ‘figli di Diti’; stirpe di asura eternamente in conflitto con i deva.
Dama: controllo degli organi e sensi corporei.
Damara: straordinario.
Danava: discendenti demoniaci di Danu e Kashyapa.
Danta: zanna.
Darshana: cfr. shaddarshana.
Dena: materia grossolana.
Deva: esseri celesti con funzioni di controllo nell’universo. Il sanscrito deva non identifica Dio ma una particolare categoria di esseri celesti dotati sì di poteri sovrumani ma limitati al controllo dei molteplici fenomeni naturali, una sorta di amministratori incaricati dall’Essere supremo di mantenere l’ordine nell’universo. Gli innumerevoli deva sono infatti Sue emanazioni, espressione delle Sue infinite potenze divine (shakti). Da notare che il pantheon vedico è ben strutturato, caratterizzato da gerarchie definite di celesti, ciascuno avente ruoli e caratteristiche specifici; si veda ad esempio Rig-veda I.24: A Varuna e Rig-veda II.12: A Indra.
Devaghana: mondo celeste.
Devaghana: sfere superiori.
Devas: esseri angelici, "coloro che risplendono".
Devi: Dea suprema del pantheon indu, benevola, ma severa, che si manifesta in varie forme. Moglie, in tutte le sue rappresentazioni, di Shiva.
Dhakka: edificio sacro.
Dhanur Veda: scienza militare basata sullo Yajur-veda. Fa parte degli Upaveda.
Dharana: ‘concentrazione’ della mente sull’oggetto prescelto. Sesta fase dello Yoga.
Dharma: tra i vari significati del termine dharma ricordiamo quelli di ‘legge, dovere, religiosità, giustizia, natura e qualità’, inerenti ad oggetti o persone. Dharma è anche il divino ordine socio-cosmico che regola e sostiene la vita dell’uomo e dell’universo (la radice sanscrita dhr, sulla quale si costruisce il termine, significa infatti ‘reggere, sostenere’). Il dharma non è un ordine artificiale che determina una repressione delle istanze profonde dell’essere, bensì quella norma universale che è inscritta, quasi come codice genetico, nell’intimo di ogni creatura e la cui infrazione provoca una condizione innaturale, limitante e patologica, inevitabilmente segnata da conflitti e sofferenze. E’ sulla base di questa consapevolezza profonda che nella società tradizionale indiana la religiosità non viene intesa come mera ritualistica, magari compiuta passivamente e comunque relegata in un ristretto ambito dell’esistenza; al contrario essa rappresenta un modo di essere e di vivere che permea l’individuo in tutta la sua totalità antropologica, così come evidenzia il binomio religione-natura [propria di ciascun essere vivente], perfettamente esplicitato dal concetto di dharma.
Dharmaraja: Altro nome di Yama, il signore della morte. Famoso epiteto di re Yudhishthira.
Dharmasutra: testi vedici sul dharma redatti in forma di sutra o 'aforismi'.
Dharmya: aggettivo derivante dal sostantivo dharma: indica perciò un atto mentale, verbale o fisico compiuto nel rispetto della legge divina.
Dhyana: 'contemplazione o meditazione', la settima fase dello Yoga classico.
Dhyanamarga: via della conoscenza attraverso la meditazione.
Diksha: 'iniziazione spirituale, consacrazione'. Nei sistemi filosofici indiani non si può procedere da soli; è necessaria la guida di un Guru, persona realizzata in quella scienza all’interno di una successione di maestri (Parampara). L’iniziazione equivale ad una simbolica morte nella vita profana e ad una reale rinascita nella vita spirituale; per questo l’iniziato viene definito dvija (nato due volte).
Dinastia Bharata: cfr. Bharata.
Dinastia Maurya: cfr. Maurya.
Diti: madre degli asura Daitya.
Dosha: errore; squilibrio dei tre umori del corpo umano.
Draupadi: figlia di Drupada e moglie comune dei cinque Pandava. Fervente devota di Krishna, ricevette il famoso "miracolo delle vesti infinite" e rappresenta uno dei personaggi centrali del Mahabharata.
Drava: sostanza ultima nel sistema di Kanada.
Drupada: re dei Pancala e alleato dei Pandava nella guerra di kurukshetra.
Dushkarma: lett. 'azione erronea'. Ogni azione che rivela la natura inferiore dell'uomo, compiuta sotto l'influenza dei sei anartha.
Dushyanta (o Dushmanta): sovrano della stirpe lunare, marito di Shakuntala e padre di Bharata.
Dvaita: scuola dualistica filosofica contrapposta a quella Advaita.
Dvandva: ‘coppia’ di termini opposti che possono essere di natura esteriore o interiore, come ad esempio caldo-freddo oppure gioia-dolore. Rappresentano la dualità che caratterizza il mondo delle condizioni e il sadhaka, con l’aiuto del guru e della disciplina spirituale (sadhana), deve comprenderli a fondo ed armonizzarli per giungere al livello di nirdvandva, in cui non si è più soggetti alla continua, dolorosa oscillazione tra poli opposti.
Dvaraka: città dove visse e regnò Krishna, sorgeva sulla costa occidentale del Saurashtra (oggi Kathiyavar, nel Gujarat). Secondo la letteratura puranica è una delle sette città sante che possono conferire la liberazione (cfr. Muktiksetra).
Dvesha: odio, repulsione.
Dvija: il ‘due volte nato’. Spiritualista che ha ricevuto l’iniziazione spirituale. Cfr. diksha.