CONSIGLI PER LA PRATICA LEZIONI 2013-2014 - TIPS FOR PRACTICE LESSONS 2013-2014
Sequenza di aprile/maggio 2014 - Elemento spazio o etere (Akasha) / Sequence april/may 2014 - Element space or ether (Akasha)
Akasha, tradotto abitualmente con spazio o etere, indica nel Samkhya (una delle sei principali 'visioni' o darshana del mondo elaborate dal pensiero hindù) il primo dei cinque maha-bhuta o elementi grossolani (gli altri sono aria, acqua, fuoco e terra) di cui i tanmatra (elementi sottili: suono, tatto, colore, sapore e odore) costituiscono il substrato. L'atomo di Akasha corrisponde al tanmatra suono. Legato al colore dell'acqua di mare o trasparente, alla sillaba HA o al punto (bindu) in cui ogni suono si dissolve, a una figura puntiforme, a Sadashiva (una delle forme del dio Shiva), ha la sua sede nell'orecchio, nel capo e nel chakra della gola Vishuddha, il cerchio dell'energia situato nel collo. Il sapore (rasa) che lo contraddistingue è quello amaro. Nelle mani è rappresentato dall'energia del dito medio o dito celeste, il quale è associato al pianeta Saturno, come guardiano della soglia ai cancelli del Paradiso, dove ci viene chiesto di rendere conto della nostra vita. Vishuddha chakra rappresenta la purezza, il senso morale, la conoscenza, l'espansione della consapevolezza, la completa armonia; rappresenta i cancelli della purezza, i quali si aprono quando l'allievo è puro nello spirito e nel cuore. Tuttavia per poter progredire sul sentiero spirituale bisogna prima portare a termine i nostri doveri sulla Terra.
Sin qui l'ambito tantrico di applicazione del termine.
Secondo lo Yoga di Pantanjali invece l'Akasha è lo spazio vuoto in cui avviene il moto delle cose, il recipiente dove gli oggetti sono collocati e si muovono.
Dall'Akasha derivano spazio e tempo.
La pratica bilancia l'elemento spazio attraverso tutti i meridiani e centra le energie all'interno del corpo.
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Akasha, usually translated with space or ether , indicating the Samkhya (one of the six main 'visions' or Darshana of the world drawn from the hindu thought) the first of the five maha-bhuta or gross elements (the others being air, water, fire and earth) whose tanmatras (subtle elements: sound, touch , color, taste and smell) are the substrate. The atom corresponds to the Akasha tanmatras sound. Linked to the color of sea water or transparent , to the syllable HA or the point (bindu) in which each sound is dissolved, to a point-like figure , in Sadashiva (one of the forms of the god Shiva), has its headquarters in the ear in the head and the throat chakra Vishuddha, the circle of energy located in the neck. The taste (rasa) that distinguishes it is bitter. In the hands is represented by the energy of the middle finger or the finger of heaven, which is associated with the planet Saturn, as guardian of the threshold at the gates of Heaven, where we are asked to give an account of our lives. Vishuddha chakra represents purity, morality, knowledge , expanding consciousness , the complete harmony; represents the purity of the gates, which open when the student is pure in spirit and heart. However, in order to progress on the spiritual path we must first carry out our duties on earth.
So far the scope of application of the Tantric term.
According to Patanjali Yoga instead of the Akasha is the empty space in which the motion of things happens, the container where the objects are placed and move.
Derived from the Akasha space and time.
The practice balance the element space through all meridians and centers the energies within the body.
Sequenza di maggio/giugno 2014 - Lo sforzo cosciente su di sé (Tapas) / Sequence may/june 2014 - The conscious effort of self (Tapas)
Qualsiasi essere umano sulla Terra che vuole ottenere qualcosa si sottopone ad una disciplina e così coloro che praticano lo Yoga, ma soprattutto coloro che lo insegnano. Parliamo di Tapas: lo Yoga promette delle cose molto belle, ma necessità assolutamente una forma di controllo, di restrizione delle nostre attività. Non si può insegnare se non quello che si è. Pertanto il successo nella vostra pratica e nel vostro insegnamento dipenderà da quanto voi dedicate a voi stessi per perseguire giornalmente un obiettivo. Ecco perché il sankalpa (risoluzione, pensiero positivo, affermazione), ecco perché la lettura. Possiamo riferirci a Patanjali che nel primo capitolo degli Yoga Sutra ci promette varie forme di paradiso, di Samadhi (SAMADHI PADA). Nel secondo capitolo ci spiega qual è il cammino che dobbiamo compiere (SADHANA PADA) e la prima parola è Tapas che ha diversi significati: ardore della ricerca, fuoco interiore, disciplina, tutte cose su cui è importante riflettere, perché per ottenere qualsiasi cosa dobbiamo impegnarci, sottoporci a una disciplina. Dobbiamo imparare ad amare la disciplina, trovando in essa il motivo e la forza per andare avanti, perché senza disciplina che cosa faremmo? Mangiare, bere, dormire: questa è la natura umana che è in contrasto con la natura divina che è in noi. Proviamo a coltivare in noi l’idea della disciplina: questo ci aiuta a trovare la costanza nel nostro lavoro quotidiano, nella nostra pratica fisica e meditativa perché è solo così che si raccolgono poi i risultati. Fissiamo degli obiettivi, ma non ordinari, degli obiettivi elevati. Tutte le cose del mondo ci hanno oscurato la visione, per cui crediamo che la realtà così come la conosciamo sia quella vera. Ma questa è la grande illusione. Una realtà che può essere strappata in un secondo. Ecco dunque la grandezza degli insegnamenti che continuiamo a ricevere soprattutto da personaggi come Swami Sivananda che aveva anche una cultura occidentale, era un medico e pertanto conosceva le problematiche e le sofferenze degli uomini. Che tutti noi possiamo penetrare il senso profondo di questi insegnamenti per imparare a distogliere lo sguardo dalle cose ordinarie, perché non è qui che noi abbiamo una dimora stabile.
Tapas fa parte dei Niyama (significa "moderazione", "rispetto", "regola"), assieme a Svadhyaya (significa ''educazione dell'io'') e a Isvara-pranidhana (significa ''rassegnazione o abbandono a Dio''), compone il Kriya Yoga.
Normalmente la pratica dei Tapas inizia con esercizi molto semplici, che in fasi successive diventano più ardui, i quali mettono alla prova la forza di volontà dell'adepto, con lo scopo di produrre una graduale separazione della coscienza dai veicoli inferiori, causando un'attenuazione di Asmita, la coscienza che dice: ''io sono quello''. Solamente raggiungendo (almeno parzialmente) questo potere di scindere la coscienza dai veicoli, ovvero di non identificarsi col corpo, il sadaka (praticante) potrà controllare e purificare i veicoli stessi, permettendogli di impiegarli per le finalità dello Yoga.
Con le Tapas lo yogi sviluppa la forza del corpo, del carattere e della mente, acquista coraggio, saggezza, integrità, onestà e semplicità.
Pratica per riscaldare il corpo e per bruciare le impurità ed estrarre le tossine in preparazione al solstizio d'estate.
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Any human being on Earth who want to get something you submit to a discipline, and so those who practice Yoga, but especially those who teach it. Let's talk about Tapas: Yoga promises of very nice things, but absolutely need a form of control, restriction of our activities. You can not teach if you do not what you are. Therefore, the success in your practice and in your teaching will depend on how dedicated you to yourself to pursue a daily goal. That's why the sankalpa (resolution, positive thinking, affirmation), which is why reading. We can refer to Patanjali who in the first chapter of the Yoga Sutras promises us various forms of paradise, Samadhi (SAMADHI PADA). In the second chapter explains what is the path we must take (SADHANA PADA) and Tapas is the first word that has several meanings: ardor of research, inner fire, discipline, all of which is important to consider, because to get anything we commit, submit to a discipline. We must learn to love the discipline, finding in it the reason and the strength to go on, because what would we do without discipline? Eat, drink, sleep: this is human nature that is contrary to the divine nature that is within us. We try to cultivate in us the idea of the discipline: this helps us to find consistency in our daily work, in our physical and meditative practice because it is just so that you then collect the results. We set the goals, but not ordinary, goals high. All the things of the world have obscured the vision, we believe that reality as we know it is the real one. But this is the great illusion. A fact that can be torn in a second. Here, then, the magnitude of the lessons that we continue to receive mainly by the likes of Swami Sivananda who also had a Western culture, was a medical doctor and therefore knew the problems and sufferings of men. That we can penetrate the profound meaning of these teachings to learn to look away from the ordinary things, because it is here that we have a permanent residence.
Tapas is part of Niyama (means ''moderation'', ''respect'', ''rule''), along with Svadhyaya (meaning ''education ego'') and Isvara-pranidhana (meaning ''resignation or abandonment to God''), composed Kriya Yoga.
Normally the practice of Tapas starts with very simple exercises, which in successive stages become more difficult, which test the strength of the will of the adept, with the aim of producing a gradual separation of consciousness from the lower vehicles, causing attenuation Asmita, the consciousness that says:''I am the one''. Only reaching (at least partially) this power of separating the consciousness from a vehicle, or do not identify with the body, the sadaka (practitioner) will monitor and purify the vehicles themselves, allowing them to use them for the purpose of Yoga.
Tapas with the yogi develops strength of body, mind and character, acquires courage, wisdom, integrity, honesty and simplicity.
Practice to warm the body and burn the impurities and remove the toxins in preparation for the summer solstice.